Land Rover Discovery Sport P200 S

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C’è poco da fare: i SUV possono o non possono piacere. Ma c’è chi del SUV ha fatto una vera e propria ragione di vita. Stiamo parlando di Land Rover, che sin dal lancio del primo Range Rover nel 1970 ha tentato di coniugare capacità fuoristradistiche e comfort stradale. Nel 2015, per sostituire la Freelander, Land Rover ha lanciato la Discovery Sport. Una vettura che incarna tutte le capacità del marchio inglese pur avendo un prezzo d’attacco economico. Oggi, la casa dell’ovale verde rinnova il modello in questione; e noi l’abbiamo voluta provare con il motore 2.0 4 cilindri mild-hybrid da 200 cavalli.


UN LOOK ESCLUSIVO

Oramai è qualche anno che la casa inglese non sbaglia il look delle sue automobili. E questa Discovery Sport non fa assolutamente eccezione. La fiancata alta e muscolosa viene mitigata dal frontale ridefinito dalla Range Rover Velar.

Land Rover Discovery Sport P200 S

I fari a LED sono contornati dalle luci diurne (DRL) anch’esse con tecnologia a diodi. La griglia del radiatore incarna il tipico stile Land Rover, con un design a nido d’ape che sovrasta elegantemente il paraurti e unisce la fanaleria.

Ma è nei dettagli che la Land Rover Discovery Sport si distingue. Come in altri modelli, anche qui la casa inglese offre un interessante gioco di contrasti tra la tinta principale della carrozzeria ed i montanti del tetto. In questo caso, la verniciatura prevede un azzurro metallizzato denominato dalla casa inglese “Byron Blue”. I cerchi in lega con finitura diamantata e i montanti neri rifiniscono alla perfezione il look della vettura.

Anche nella parte posteriore la Land Rover Discovery Sport rimane estremamente bilanciata e piacevole. A differenza della sorella maggiore Discovery, questa vettura non adotta l’andamento posteriore asimmetrico che tanto ha fatto discutere. A completare il look, ci pensa la scritta in argento satinato “DISCOVERY” che identifica il sub brand della vettura.


INTERNI SONTUOSI

Internamente, la Land Rover Discovery Sport è completamente nuova, ereditando soluzioni sia dalla gemella Range Rover Evoque che dalla Range Rover Velar. Nella versione da noi provata, il cruscotto è caratterizzato da una soluzione ibrida tra indicatori analogici e uno schermo digitale. Consigliamo vivamente di eseguire l’upgrade al cruscotto digitale sia perché questo accessorio migliora notevolmente la fruibilità delle informazioni, sia perché esteticamente risulta molto più bilanciato.

In plancia, uno schermo da 10 pollici domina la visuale. Finalmente, anche le vetture della casa inglese si dotano dei protocolli di mirroring Apple Carplay e Android Auto. Restano anche le funzioni avanzate specifiche di Jaguar Land Rover, come il controllo da remoto, le informazioni fuoristrada e il localizzatore GPS che permette tramite una SIM integrata di conoscere con puntualità la posizione della vettura.

Molto scenografico anche il resto della consolle centrale. Questa, rifinita in un look nero laccato, presenta comandi che possono essere utilizzati per diverse funzioni. Normalmente, infatti, le due grandi manopole comandano la climatizzazione dell’abitacolo. Tuttavia, con la pressione di un tasto, è possibile selezionare le differenti modalità di guida di questa Discovery Sport.


PICCOLA MA CAPACE

La Land Rover Discovery Sport potrebbe apparire una versione ridotta di un SUV; ma non fatevi ingannare dalle apparenze. Intanto, la Discovery Sport è dotata di una trazione integrale che permette di distribuire la coppia tra le ruote anteriori e quelle posteriori.

Land Rover Discovery Sport P200 S

Il sistema di trazione integrale è basato sulla tecnologia di GKN Driveline, che permette di massimizzare la trazione in varie condizioni. Eventualmente, è disponibile anche un sistema di sospensioni MagneRide che adatta la risposta degli ammortizzatori a segna della situazione.

La trasmissione è garantita dal cambio automatico ZF 9HP. Un cambio dalle qualità ampiamente comprovate che è utilizzato su svariate vetture. La soluzione proposta da ZF permette di avere una trasmissione efficiente e compatta capace di adattarsi anche alle vetture come la Land Rover Discovery Sport che sono basate su un’architettura trasversale.

Per quanto riguarda l’efficienza di marcia, la Land Rover Discovery Sport utilizza un sistema mild-hybrid. Utile soprattutto nella marcia in città, utilizza un sistema a 48 Volt che permette di rigenerare la batteria in fase di rallentamento e di trasmettere potenza alle ruote motrici tramite il Belt-driven Starter Generator (BSG). Adesso, è disponibile anche una versione plug-in ibrida in abbinamento ad un motore 1.5 3 cilindri a benzina, che speriamo di testare presto per valutare la bontà della soluzione.


COME VA?

Il telaio della Land Rover Discovery Sport è basato su una evoluzione della piattaforma D8, chiamata adesso Land Rover PTA (Premium Transverse Architecture). Già utilizzata sulla nuova Range Rover Evoque che abbiamo recensito precedentemente sempre qui su Ruota Libera (https://www.laruotalibera.it/blog/nuova-range-rover-evoque/), è stata sviluppata appositamente per essere utilizzata con le tecnologie di trazione alternative come l’ibrido e l’elettrico.

Land Rover Discovery Sport P200 S

Sebbene la stessa piattaforma D8 affondi le sue radici nella piattaforma Ford EUCD (nota per essere utilizzata in vetture come la Volvo S80, la Ford Mondeo e la Land Rover Freelander), il risultato è tutto fuorché disprezzabile. Sebbene le sospensioni siano più tarate per l’andatura turistica che per la guida sportiva, lo sterzo è sufficientemente diretto per permettere di seguire al meglio le curve. Certo è inutile chiedere al SUV inglese velleità da pistaiola; ma questo non vuol dire che l’handling sia poco appagante. Piuttosto, una piccola nota negativa na rivolta verso il cambio che potrebbe essere più pronto. Questo però è un appunto che ci siamo permessi di muovere anche verso altre vetture dotate del cambio ZF 9HP: una trasmissione votata più al comfort che alla sportività. Soprattutto nell’uso in manuale con le palette, diventa difficile “dialogare” con la trasmissione e si preferisce usarlo in modalità automatica per la maggior parte del tempo.

Per quanto riguarda il motore, invece, rinnoviamo le lodi già espresse verso questo 2.0 turbo quando abbiamo recensito la Jaguar XE (https://www.laruotalibera.it/blog/prova-jaguar-xe-p250-s-r-dynamic/). A differenza delle moderne unità turbocompresse, infatti, questo motore Ingenium allunga molto bene anche nella parte alta del contagiri senza perdere di verve verso la zona rossa. Molto morbido e silenzioso nella parte bassa, è dotato del sistema UniAir di Schaeffler già utilizzato con grande successo dal Gruppo FCA sui motori denominati MultiAir.


IN DEFINITIVA

Il listino del nuovo pullula di vetture che sembrano essere più o meno adatte alla guida in fuoristrada. D’altronde, iL SUV è la moda del momento in fatto di autovetture. In questo, però, il marchio Land Rover si riconferma una garanzia. Un marchio che in fatto di Sport Utility Vehicle non sbaglia un colpo, offrendo vetture tanto valide in strada quanto in fuoristrada.

Unica nota negativa: questo prestigio si paga. La Land Rover Discovery Sport parte da 40.000 Euro. E nella versione da noi provata, lungi dall’essere full-optional, sfiorava la cifra di € 60.000. Troppi? Questo lo lasciamo giudicare a voi. Quello che è certo è che ancora una volta la casa automobilistica inglese si riconferma la regina di questo segmento, offrendo un’alternativa alla Range Rover Evoque dall’estetica meno ricercata ma non per questo poco curata.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.landrover.it.

Autore dell'articolo: Paolo Mazzei

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